Ardna
Ardna, termine arabo che significa “la nostra terra”, è un’installazione costituita da un albero di ulivo circondato da un tappeto di cenere. Avvolgendo e proteggendo la pianta, la cenere rappresenta un fertilizzante naturale per sue radici e, al contempo, disegna delle geometrie riconducibili a una keffiyeh, simbolo della resilienza e della resistenza palestinese. La cenere diviene un emblema di speranza che, nello stesso modo in cui rafforza l’ulivo e la sua appartenenza alla terra, altrettanto vuole fare col popolo palestinese. In Ardna, l’esecuzione e il processo sono parte integrante dell’installazione finale. Durante il lavoro di composizione della keffiyeh, l’artista entra in uno stato di meditazione e spiritualità, setacciando la cenere con movimenti precisi e sequenziali, come se fosse un atto di devozione.
Statement dell’artista
Nella mia pratica e ricerca artistica utilizzo materiali poveri e semplici come polveri e pigmenti naturali. Questi media mi permettono di realizzare lavori effimeri, e destinati a scomparire.
Così è come se il lavoro e il tempo dedicati a queste opere, per loro stessa natura fragili e transitorie, acquisissero valore. Sono molto legato alle popolazioni indigene del mondo e uno dei miei obbiettivi è contribuire a valorizzare le usanze culturali che si stanno estinguendo. Per questa ragione, ho sentito la necessità di proporre un tema molto importante attraverso la mia pratica. Mi auguro che l’opera possa contribuire a dare visibilità alla questione palestinese e a sensibilizzare le persone, nonostante la censura mediatica in atto.
Bio
Nato nel 1995, Mohammed El Hajoui è un artista originario del Marocco. Dopo essersi laureato in Graphic Design e Art Direction alla NABA di Milano, ha iniziato a sviluppare la sua pratica artistica. Nel 2022, El Hajoui ha vinto un premio speciale dell’Arte Laguna Prize di Venezia, che gli ha dato l’opportunità di partecipare alla residenza artistica di Fabrica. Nel 2023, come finalista dell’Arte Laguna Prize, ha esposto il suo progetto Radici a Venezia, all’Arsenale, e successivamente a Milano.