I dreamt I was a rock in my past life 

I dreamt I was a rock in my past life 

I dreamt I was a rock in my past life è uninstallazione che coinvolnge i sensi dei visitatori, invitandoli a entrare in uno spazio pieno di rocce. Un breve filmato mostra la superficie delle pietre vista al microscopio, offrendo un viaggio onirico in cui le immagini possono essere osservate solo avvicinandosi ai minerali.

 

Un testo nella parte inferiore dello schermo incoraggia a meditare sulla possibilità di essere stati una pietra in una vita passata, suggerendo domande del tipo: Come ci si sentiva? Come suonava? Che odore aveva? Queste pietre avevano un destino, hanno sognato la notte scorsa? Domande che vengono poste ma che non richiedono risposte definitive. Entrare in questo spazio surreale, dove i ciottoli sono esposti come opere darte, permette alle persone di essere curiose e di passare del tempo con le rocce, di ascoltare i suoni e i sussurri dei sassi, di sollevarli verso gli occhi, di esaminare le superfici e le macchie, di toccare i bordi e le cicatrici o di sentire la pelle che si sfrega attraverso i polpastrelli. Care rocce, cosa eravate nella vostra vita passata?

 

Statement dellartista

Sono arrivata a Fabrica curiosa di conoscere le rocce, i loro rumori, i loro sogni e i loro spigoli. Che suono producono? Come ci mettono in contatto con la dimensione più profonda del tempo?

Ho scoperto che le rocce e le pietre sono piuttosto silenziose… Stanno così ferme e quiete che ci si dimentica della loro esistenza… Finché non interagiscono con altre cose. È solo toccando altre superfici che i suoni esistono. Ho intervistato le rocce, in un certo senso, e ho usato i loro versi per esplorare cosa si prova a essere una roccia che interagisce con il mondo.
Poi, in sogno, mi è tornata in mente la sensazione di essere stata una roccia nella mia vita passata. Mi sono chiesto come fosse e quanto fosse durata. Ho riflettuto sulla vita di questi universi ponderati nella mia mano e ho posto loro molte domande.
Alla fine, ho intervistato la roccia—o forse è stata la roccia a intervistare me.

 

Bio
Originaria della Bulgaria, Mitoshka Alkova è una documentarista e un’artista che lavora con la macchina da scrivere, con sede nel Regno Unito. Ha lavorato a diversi progetti incentrati su temi quali la nostalgia, la poetica dell’apicoltura, la storia orale e l’esplorazione sonora in Bulgaria, Regno Unito, Malta e Arabia Saudita. In questi luoghi ha iniziato a esplorare come il suono possa plasmare un luogo e abbia il potere di trasformare un oggetto. Nella sua pratica con la macchina da scrivere, Mitoshka sperimenta come creare immagini attraverso i tasti della macchina, portando nuovi significati in un mondo in cui invece domina il digitale.

 

@mitoshkaa